Voto: ★★★★★

Il Maestro e Margherita di Bulgakov (Michail Afanas’evič Bulgakov (in russo: Михаил Афанасьевич Булгаков; Kiev, 15 maggio 1891 – Mosca, 10 marzo 1940) è un romanzo di tutti i tempi per tempi diversi dai nostri. Come tutti i capolavori ha una caratteristica precisa, si introduce nel cuore delle vicende dell’umanità come una sonda e inevitabilmente mette allo scoperto verità che forse nemmeno lo scrittore stesso era cosciente di toccare e di rivelare.
Alla pari di tutte le eroine che si rispettino Margherita è una donna di cui ci si innamora alla prima lettura, come prima di lei Anna Karenina, o dopo di lei Galadriel. Margherita ci introduce nel mondo della bellezza femminile e divina per restarne, inevitabilmente, stregati.
Ma non è su Margherita che mi voglio soffermare in questa recensione e nemmeno sul maestro, che sembra rappresentare biograficamente lo scrittore stesso.
Ciò che Michail Afanas’evič Bulgakov scrive a proposito della natura della malvagità e del suo più insigne rappresentante mi ha indotto a più di una riflessione. E come al solito, a distanza di anni, riprendere quel testo dopo aver letto il testo di don Guido Bortoluzzi sul Peccato Originale ha senz’altro approfondito l’azione del trapano che già nella mia adolescenza liceale aveva toccato la mia sensibilità più profonda.
Come non ricordare per tutta la vita uno dei brani più sorprendenti e lunatici della storia della letteratura, che arriva alla sua apoteosi nella sequenza di domande che Woland rivolge all’ateo e comunista Berlioz, presidente del circolo letterario “massolit”, un nome un programma, il circolo letterario più importante della Mosca sovietica e stalinista.
Dove andrai stasera?
[…] No, non ci potrai andare, perché Annuska ha versato l’olio.In questa ultima frase sta tutta la miseria e l’impotenza di ogni essere umano. Un gesto, un singolo atto, apparentemente banale, ha conseguenze sulla vita del malcapitato presidente che il presidente stesso non può nemmeno lontanamente immaginare.
E così Woland entra di forza nella struttura del romanzo per non uscirne più e per meravigliarci di pagina in pagina. Non è il solito povero diavolo, è una figura profonda, matura, riflessiva, umana e sovrumana allo stesso tempo. Ha un debole per le belle donne umane, ma questo è noto fin da
Genesi 6:1
Corruzione del genere umano
(Es 34:15-16; 2Co 6:14-18)(Sl 14:1-4; Ro 3:10-18)
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie,
“Il Maestro e Margherita”, un romanzo di altri tempi… – Genesi Biblica
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