Quando fede e scienza possono raccontare la stessa storia

alcuni studiosiMembri dell'Associazione don Guido Bortoluzzi, adesso sciolta. Ciò che ne rimane è lo Staff del sito genesibiblica.org.
, appassionati di
“Genesi Biblica”, che in passato hanno collaborano con Renza Giacobbi, affrontando da un punto di vista soprattutto ‘scientifico’ le conseguenze dell’ibridazione del genere umano. Dunque saranno esposti, un po’ alla volta, i vari capitoli del libro – adattati come articoli, secondo il linguaggio del nostro sito –, sperando che l’argomento possa interessarvi e spingervi a scaricare gratuitamente il libro QUI su sul sito di Genesi Biblica oppure ad acquistarne il cartaceo su Amazon e/o in libreria. Bisogna precisare che il testo ha subito nel corso degli anni diversi cambiamenti, con varie edizioni accompagnate da immagini piuttosto forti in merito alle malattie cromosomiche, a volte censurate per rendere l’opera più friubile. Tuttora si pensa alla realizzazione di una nuova edizione di “Fede e ragione nel linguaggio dei cromosomi”, cercando di rendere il testo rivolto anche a un pubblico che potrebbe non essere ancora a conoscenza del libro di don Guido Bortoluzzi: “Genesi Biblica”, giunto alla sua quinta edizione. Naturalmente speriamo di sfruttare quest’occasione per avere dei feedback da parte dei lettori al fine di migliorare sia l’opera che verrà esposta in almeno sei o più episodi (articoli), oltre che ottenere gli spunti necessari per un’eventuale nuova edizione del libro “Fede e ragione nel linguaggio dei cromosomi”.
Bisogna precisa che trattandosi di un argomento forte, perché pieno di descrizioni e immagini che potrebbero urtare la sensisibilità di alcuni lettori non abituati né al forte linguaggio del testo né alle foto di gravi casi di sindromi cromosomiche, invitiamo tutti a leggere quanto segue con prudenza e non per mera curiosità.
Attacchi alla Chiesa nei secoli

Con l’invenzione della stampa verso la metà del XV secolo Giovanni Gutenberg porta la Bibbia alla portata di tutti coloro che sanno leggere e scrivere: nasce fra i fedeli un desiderio spasmodico di conoscenza e un modo critico di approcciarsi alle Scritture. La gente vuole capire per credere. Gli uomini colti si sentono arbitri nelle questioni teologiche. Si sviluppa fra i più acculturati un bisogno interpretativo soggettivo delle Scritture, a volte in contrasto con la dottrina annunciata.
L’episodio di Galilei rende la Chiesa attaccabile per la sua intransigenza e per la sua interpretazione letterale della Scrittura. In un secondo tempo, con l’evolversi della scienza che premia le intuizioni di Galilei, nasce nella Chiesa una sudditanza psicologica nei confronti della ragione e della scienza e manifesta un malcelato complesso d’inferiorità. Non sa più difendere la vera Fede con la Scrittura. Attenta all’interpretazione della ‘parola’, resta talvolta lontana dallo ‘spirito della Parola’.
Nel XVI secolo con la scomunica di Lutero nel 1521 nasce la Chiesa Protestante e, nel secolo successivo, si separano dalla Chiesa, attraverso ulteriori nuove eresie, altre Chiese protestanti.
Darwin e “L’origine della specie”

In base alle osservazioni di molte specie esistenti in natura, Darwin riprende un concetto già espresso dal francese J.B. Lamarck sulla ‘filogenesi’ che presuppone un’origine comune a tutte le specie. Darwin afferma che in natura una specie più complessa deriva da una meno complessa. Al vertice di questo ‘philon’ c’è l’uomo che deriva dalla scimmia. Osserva che vi è progressione di
complessitàAnche se oggi sappiamo che in quanto a complessità alcuni microrganismi unicellulari non sono affatto meno complessi rispetto le altre forme di vita.
nel susseguirsi dell’apparire delle varie specie.
La sua analisi si ferma alle deduzioni in base all’osservazione delle forme: non è in grado, per le conoscenze dell’epoca, di esaminare anche l’aspetto genetico. Quindi Darwin si limita ad osservare le affinità e le somiglianze anatomiche e figurative delle specie. Il suo campo di studio preferenziale è dato dalle specie tropicali che ha potuto analizzare nei suoi due viaggi alle Isole Galapagos. Osserva, descrive e ragiona.
Darwin notò anche che le ‘micro-mutazioni’ che producono un vantaggio alla specie in relazione all’ambiente si affermano, le altre scompaiono. Notò pure che la competizione per la sopravvivenza gioca un ruolo importante nella selezione. Dunque, secondo Darwin, l’ambiente e la selezione influiscono sulle ‘micro-mutazioni’ che avvengono dentro la specie.
Il Neodarwinismo e l’Evoluzionismo

Secondo i Neodarwinisti, dunque, le specie si modificherebbero gradualmente per effetto del ‘caso’ e i nuovi caratteri si affermerebbero per effetto dell’‘ambiente loro favorevole’ e della ‘selezione’. La verità è che le formiche, o le orate, o gli squali e così via, pur esistendo presenti nella natura da centinaia di milioni di anni prima della creazione dell’uomo, sono sempre rimasti immutati nel tempo! Solo l’uomo è cambiato, ma le cause di questa trasformazione, ora noi lo sappiamo, sono dovute all’ibridazione della specie umana che causò inizialmente un’involuzione fino a far assumere all’uomo un aspetto animalesco e, successivamente, un recupero che chiameremo « ri-evoluzione » sorretta e pilotata da Dio. Nella cultura laicizzata del tardo illuminismo e del positivismo, ai non credenti non parve vero poter contestare la Fede con il Neodarwinismo e con l’Evoluzionismo! Era l’occasione propizia per sottrarre la scienza all’influenza della Dottrina ebraico-cristiana che attribuiva a Dio il ruolo di Creatore di tutte le singole specie. Era un modo, in buonafede o no, di screditare la Scrittura e quindi la Chiesa. La cosa più tragica fu che questa teoria ammaliò anche uomini di Chiesa, alti prelati, ecclesiastici, dottori in teologia e docenti i quali non avevano alcuna conoscenza specifica di argomenti genetici, ma trovarono affascinante questa spiegazione. Si fece di una pseudo scienza una filosofia. Il nome più noto fra questi pensatori è quello del gesuita paleontologo R. P. Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) che avanzò la sua ‘teoria dell’evoluzione guidata’. Questa teoria trovò credito presso quasi tutto il clero che vide illusoriamente in questa soluzione il punto d’incontro fra la Scienza e la Fede. Ma questa ‘teoria’, che era solo una teoria e che rimase fortunatamente solo una teoria, fu combattuta aspramente da don Guido che ne vedeva tutta la pericolosità perché toglieva a Dio il Suo ruolo di Creatore diretto di ogni singola specie.
Occorre aggiungere che don Guido, e come lui molti altri cristiani, vedeva nella toeria teo-evoluzionista non poca perversione attributa al Creatore, che avrebbe creato non soltanto l’uomo imperfetto, debole e malato, ma avrebbe basato il percorso ‘evolutivo’ dell’umanità su di un sistema che premia la prevaricazione: la vittoria del “forte/migliore” sul più “debole/inferiore” per intere generazioni di subumani. Questi ultimi sarebbero, così, risultati dei sacrificaci umani veri e propri – in un ciclo di violenza durato milioni di anni – per l’ascesa del cosiddetto “Homo sapines“, come spiegato ne “L’incubo del Teo-evoluzionismo” sfruttando alcune contraddizioni presenti nella cosiddetta ‘cultura popolare’. Dunque l’immagine di Dio mostrata da Gesù Cristo (
Gv 12: 44-46
), il mite agnello (Giovanni 12:44-46
44 Ma Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; 45 e chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46 Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Isaia 53: 7
), non sarebbe compatibile con quella proposta dai teo-evoluzionisti. Questa era senz’altro la principale preccupazione di don Guido.
Isaia 53:7
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.
Il Teoevoluzionismo o Teismo evoluzionista

Fra gli esponenti italiani troviamo cardinali e docenti universitari titolari di cattedre di Antropologia. Secondo costoro Dio si sarebbe limitato a dare alla Sua creazione un ‘input iniziale’, lasciando che poi ogni processo si evolvesse in modo spontaneo. Simili teorie sono più pericolose per la teologia di una catastrofe naturale perché plasmano la dottrina facendola uscire dai suoi corretti principi e non aggiungono nulla di serio alla Scienza. Inoltre queste teorie non sono dimostrabili.
In ultima analisi, questi pensatori finirono per ricadere nella solita visione che lascia aperta la porta all’evoluzionismo. Il Teoevoluzionismo, dunque, non è che un’ulteriore teoria che rimane solo un’ipotesi: un’altra filosofia o ideologia opposta alla Dottrina ebraico-cristiana che invece considera l’intera creazione continuamente sorretta da Dio e ogni specie creata direttamente dalla Sua amorevole Volontà.
Se volessimo andare più a fondo, dovremmo notare che tutte queste concezioni limitative della Potenza e della Presenza costante di Dio sulla creazione rivelano che la Fede di questi pensatori è influenzata dalla Filosofia. Dio, secondo costoro, dovrebbe rientrare nei loro schemi di pensiero già prefigurati. È vero che la Parola di Dio spesso non va letta letteralmente e che nasconde significati profondi che ai più possono sfuggire. Perché la Parola di Dio può avere un’interpretazione lineare e diretta e contestualmente rispondere a un’interpretazione assai più ampia. Ma è anche vero che certe verità di base sono assolute e non soggette ad interpretazione, come ad esempio il concetto di ‘creazione’. La ‘creazione mediata’ ne è un esempio quando il Signore spiega a don Guido come è intervenuto per la creazione di ogni specie, compresa quella umana. Il lettore attento della Genesi rivelata a don Guido capirà che si tratta di creazione dal nulla dei gameti che hanno dato origine allo zigote di Adamo e, come quello, ha dato origine agli zigoti di tutti i capostipiti di tutte le altre specie, e non ha trasformato qualcosa che c’era già. Questo punto chiave è spiegato chiaramente nella rivelazione del processo di creazione della Donna. Il Signore in quell’episodio mostra come il gamete femminile, simboleggiato da un puntino luminoso, sia ‘sceso dall’alto’ e sia andato ad annodarsi al gamete maschile prodotto da Adamo per dar origine allo zigote della Donna.
Spesso i filosofi sono poco inclini ad informarsi di ciò che dicono i mistici che sono i più vicini a Dio e a volte perfino colloquiano direttamente con Dio. Perciò faticano a comprendere espressioni come ‘creazione dal nulla’. È il concetto di creazione che crea loro dei problemi di comprensione perché non si adeguano al pensiero che Dio è fuori dai loro schemi. E poiché la Fede è un dono di Dio e non un prodotto della ragione, la soluzione non la troveranno mai nella Filosofia.
Mi chiedo: chissà perché, in campo scientifico non si debba mai nominare Dio, anche quando è palese! Forse per non urtare la sensibilità dei non credenti? Ma la verità è verità!
Vediamo perché l’evoluzionismo e i suoi derivati sono in antitesi alla Fede ebraico-cristiana. Accogliendo l’ipotesi dell’evoluzione spontanea, è evidente che cadono i principi fondanti della Dottrina che sono ‘la creazione dal nulla’ dell’energia, e quindi della materia, dell’intero universo, della vita, delle specie in generale e dell’Uomo e della Donna in particolare. Cade altresì il principio della creazione dell’Uomo ‘perfetto’, della sua successiva caduta, o peccato originale, della corruzione dei discendenti del ramo inquinato e della necessità della sua Redenzione. L’intera Dottrina viene svuotata. L’uomo sarebbe in grado di auto evolversi. Dio non sarebbe più necessario, diventerebbe solo una proiezione dell’uomo stesso, un suo bisogno esistenziale da soddisfare.

Seconda parte
Nella seconda parte ci soffermeremo sul declino delle teorie evoluzioniste e sullo studio della biologia molecolare: unica strada possibile per potersi apparocciare l’argomento dell’origine dell’uomo in modo davvero onesto e scientico.
Excelente análisis.
Como decimos por acá.
La verdad hace caer las cosas por su propio peso
Tienes razón, la verdad es abrumadora incluso si muchos niegan la evidencia…