Monogenesi e poligenesi? Una risposta… concreta!


Stabiliamo un metodo, che è meglio!

Stabilito un criterio comune, ovvero anche la creazione dell’uomo è un racconto, è come tale ha degli elementi di cui si può offrire un’immagine dettagliata, ci si scontra con due interpretazioni agli antipodi:
- Fondamentaliste, dove si arriva addirittura a immaginare Adamo creato già adulto nel
4000 a.CPrendere alla lettera gli anni di vita dei personaggi biblici, da Adamo a Cristo., partendo dal presupposto che le informazioni siano tutte lì, nonostante i primi capitoli della Genesi siano scritti indubbiamente in modo, o così sono adesso,ermeticoIncomprensibile senza delle chiavi di lettura ben precise o non più del tutto decifrabile secondo il linguaggio o le conoscenze odierne.. Ergo, l’albero della conoscenza del bene e del male, il frutto proibito, il serpente, il Giardino dell’Eden, la cacciata dal paradiso, la tentazione della Donna e tutto il resto sono divenuti dei simboli o delle immagini da non prendere necessariamente letteralmente!
- Teo-evoluzioniste, che non dicono anch’esse niente di realmente tangibile. L’evoluzioneCome sinonimo di trasformazione biologica delle specie, Neodarwinismo o Evoluzionismo Biologico.nega di per sé lacadutaDel genere umano., in quanto l’uomo sarebbe una creatura in continua trasformazione biologica. Va beh, sono onesto, dottrina del cosiddettopeccato originaleIl fattaccio che ha deturpato la natura umanaa parte, di per sé non me ne fregherebbe niente se non fosse che Adamo non c’è o, se c’è, spunta da sotto un cavolo pure in quest’ultimo caso. Resta il buco narrativo, forse più di prima. Oltretutto se è in atto un dibattuto scientifico sulla questione “evoluzionismo o fissismo delle specie?”, forse il trasformismo ipotizzato dai neodarwinisti non è un dogma scientifico e/o teologico. Fermo restando che la creazione delle specie prevede in ogni caso un percorso evolutivo o una filogenesi: una partenza dalle forme di vitasempliciAttenzione! Un batterio è, matematicamente parlando, complesso e più autosufficiente di una creatura pluricellulare. Dunque lo si definisce “semplice” impropriamente o per semplificare i discorsi ai profani di genetica.fino a quelle più complesse, cambiamenti progressivi nell’ecosistema, e tutto quello che la stratigrafia ha messo in luce riguardo al cambiamento delle forme di vita sulla terra. Questo non lo si può mettere in discussione e, soprattutto, non è in contrasto con la particolare creazione di ogni specie (Gen 1: 25). È, piuttosto, in contrasto con la creazione istantanea dell’intera fauna, che resta un’ossessione dei fan del Sola Scriptura e degli integralisti delle Sacre Scritture.
Genesi 1:25
Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono.
In soldoni, che vuoi dire?

Saperlo è fondamentale per la mia salvezza?È tendenziosa come domanda, perché se servirà o no a farmi entrare in relazione con Dio Padre oppure a crescere nella fede, beh… dipende dalla mia storia personale. Sant’Ignazio di Loyola senza “Le Fonti Francescane” non si sarebbe convertito e non ci avrebbe donato “Gli esercizi spirituali”, personalmente senza Tolkien io non sarei qui a discorrere di tali questioni, Tolkien senza le favole pagane che gli raccontava la madre cattolica prima di andare a letto indubbiamente non avrebbe scritto “Il Signore degli Anelli”. O forse non sarebbe nemmeno rimasto cattolico. Allora, se le cose stanno così, non si butta via niente! In ogni caso, aggiornare il linguaggio aiuta moltissimo. Il fine di Genesi Biblica resta la divulgazione sui temi protologici, cercando di fare buona comunicazione riguardo le tematiche legate alle origini dell’uomo, valutando che su questo fronte siamo rimasti un tantino indietro…
La paura di fondo da parte di alcuni cristiani, teologi inclusi, è che la scienza possa dimostrare diversamente, quindi non si sa mai… non esponiamoci! Tuttavia è una paranoia infondata, dettata dall’ignoranza, che ci impedisce di progredire in qualsiasi direzione. Ovviamente, da come si intuisce, ho le idee chiare riguardo la diatriba tra evoluzionisti e creazionisti, ma non credo sia rilevante provare a spiegarvelo in tre righe. Poi, per quello, abbiamo la sezione “Scienza”, dove si affrontano tali questioni secondo il metodo scientifico. Il monogenismo – c’è stato un primo uomo – è una storia che potrebbe tranquillamente confermare o sfatare qualsiasi dinamica creazionista o evoluzionista riguardo la nascita del primo uomo? La risposta, cattolicamente parlando, ce l’ha data Pio XII. Allora andiamo avanti e concentriamoci sulla storia più in dettaglio.
La regola delle 5 W
C’era una volta…Usando la regola dei cosiddetti “
– Chi? Adamo, il protagonista di questa storia.
– Che cosa? Ovvero, cos’era Adamo all’inizio della sua esistenza?
Genesi 1:27
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Il vero problema è che tuttora molti potrebbero trovare inaccettabile la possibilità che Adamo si sia sviluppato nel grembo di una creatura non umana (va beh, dovrebbe essere ovvio, ma non è cosi!). Il testo riporta che Dio creò l’uomo dalla terra (
Genesi 2:7
Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.


– Dove? Lo abbiamo già detto: in un grembo capace di accogliere lo zigote di Adamo, di portare a compimento la gestazione del feto senza che le differenze genetiche tra l’Uomo perfetto e la madre in affitto potessero essere tali da provocare un aborto spontaneo. Il luogo non è, come ingenuamente si pensa, il giardino incontaminato raffigurato da duemila anni di arte cristiana, ma la condizione in cui si trovava il genere umano prima della propagazione del peccato originale che ferì e inquinò la natura dell’uomo, provocando una serie di debolezze e istintualità contrarie allo Spirito.

È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell’unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno. ~ Catechismo della Chiesa Cattolica Compendio, 76

Indubbiamente c’era anche un luogo adatto della terra dove tutto questo accadde. Secondo la tradizione il Giardino dell’Eden era collocato nella Mesopotamia meridionale, in una pianura. Comunque sia, la collocazione geografica della casa di Adamo passa in secondo piano rispetto al discorso da noi affrontato.
– Perché? La risposta finale asfalta definitivamente il fondamentalismo che vedrebbe il Giardino dell’Eden come un mondo alternativo privo di morte fisica e dolore, un ambiente quasi metafisico o immateriale come sinonimo di invulnerabile, quando la realtà è una: quella dove ci troviamo adesso, la stessa in cui abitò Adamo. La risposta più plausibile resta soltanto una: Adamo era perfetto, privo di concupiscenza; e in una condizione umana a noi difficile da immaginare, ma come Gesù e come noi tutti, mangiava, defecava, poteva ferirsi e imbattersi in pericoli, come ad esempio un grande predatore. La sofferenza non è necessariamente un male morale, ma qualcosa che ci avverte del pericolo. La sofferenza generata dal peccato, il male come sinonimo di peccato, beh quella è tutt’altra cosa… La morte a cui spesso si allude nella Sacra Scrittura (
1Corinzi 15:22
Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;
Conclusione

In parole povere, Adamo non solo si sviluppò come noi in un “grembo materno”, la creazione del suo corpo partì in ogni caso da una prima cellula e, come noi, fu chiamato a sperimentare il dolore del cattivo uso della libertà per poter conoscere l’amore del Padre, secondo un disegno pedagogico. La caduta e l’inizio del peccato sono un’altra parte della storia… che siamo qui per approfondire meglio, ma in ogni caso, con o senza la propagazione del peccato originale nella natura dell’uomo, Adamo non sarebbe rimasto sulla terra in una condizione di invulnerabilità, senza la possibilità di affrontare delle difficoltà, essendo la vita la palestra in cui siamo chiamati a sperimentare la nostra libertà, ma soprattutto la stanza in cui potremmo capire o conoscere davvero l’amato, in previsione dell’eternità e di un disegno futuro che nemmeno possiamo immaginare. 😀
Bellissimo articolo, è un esempio concreto di quanto la fede sia il vertice della ragione !!
Grazie! Mi fa piacere che sia piaciuto. 🙂 Spero soprattutto che sia utile.