Il concetto di bellezza nell’Antica Roma

Il bello nell’età classica
Il concetto di bello in primis nel mondo Greco e poi in quello Romano si diffuse in gran in tutto il mondo antico grazie all’espansione dell’Impero e veniva inteso sia in forma fisica ed estetica, ma anche dal punto di vista morale ed ontologico. La bellezza ideale intesa come perfezione è la sintesi tra due aspetti fondamentali.Bellezza formale :
- Proporzione
- Equilibrio
- Armonia

Bellezza morale – ontologica :
- Bene
- Buono
- Vero
La bellezza della famiglia

Virtus

Grandi letterati, poeti, filosofi, scrittori e molti altri dell’antichità romana come Virgilio, Orazio, Ennio, Terenzio, Ovidio e Tito Livio furono guide e ispiratori da cui figure come Dante e Petrarca attinsero ispirandosi e prendendo spunto. In tutte le epoche e in gran parte dei popoli più civilizzati la raffigurazione del divino incarnava il concetto di bellezza che era strutturato nella popolazione a partire dal proprio credo, uso e costumi.
L’uomo molto spesso ha cercato di raffigurare la superiorità del divino concependolo come inarrivabile attraverso la perfezione. Si può ben notare come sia molto radicato il senso del bello artistico dal punto di vista fisico nella raffigurazione degli dei Romani, la scelta dei materiali, le pose, le movenze vogliono rendere le opera artistiche di ispirazione umana, ma allo stesso tempo “inarrivabili” essendo raffigurazioni degli Dei.
La bellezza nel poemi epici
Secondo Omero, nel periodo preclassico, la concezione di bellezza viene attribuita alla perfezione fisica con cui vengono raffigurate le divinità e gli eroi. Omero è maestro nel mettere in risalto nei suoi racconti le parti fisiche, armoniose e possenti nei personaggi maschili, invece quelli femminili nel valorizzare attraverso occhi cerulei e guance rosate delicate. Nell’Iliade, uno dei grandi poemi omerici, il concetto di bellezza è fortemente legato alla forza che diventa la grande protagonista del poema. Paride non resistendo all’estrema bellezza di Elena, la più bella tra i mortali, la rapisce con un atto di forza. A detta di Omero chi incontra la bellezza non può separarsene, la divinità è bellezza e nella bellezza l’uomo riconosce, rispetta e obbedisce alla divinità.Le bellezza architettoniche

Ad oggi abbiamo tuttora enormi testimonianze di ciò che era bello nella cultura romana in tutto il mondo attraverso le raffigurazioni artistiche che ci tramandano la sensazione di fierezza, grandezza, onore del mondo antico. Queste opere a distanza di millenni di anni infondono ancora lo spirito e il sacrificio di un popolo che fondò i pilastri del mondo occidentale, basti pensare alle grandi e imponenti architetture romane, Amphitheatrum Flavium (il Colosseo), il Circo Massimo, i fori Imperiali, i vari archi rappresentativi, le grandi opere inerenti alle terme romane, ponti acquedotti, strade, teatri, domus, templi e molte altri sono le testimonianze dirette e visive delle bellezze più gloriose lasciateci dall’architettura romana.

Ad oggi non è possibile datare un vero e proprio periodo storico in cui nasce l’architettura romana, le origini della città risalgono al 753 a.C. data leggendaria della fondazione di Roma, le fonti storiche non sono molto chiare in merito ma sicuramente lo sviluppo maggiore incomincia con la conquista della Grecia, inizialmente le grandi opere si rifacevano all’architettura etrusca. Nell’architettura romana le costruzioni non esprimevano un concetto di bellezza artistico fine a stesso, ma bensì anche una concretezza e praticità organizzativa che si ispirava alle politiche espansionistiche dell’Impero che incarnavano in pieno il valore del significato del concetto di Roma.

A tal proposito le città romane venivano fondate nel luogo in cui sorgeva l’accampamento militare (la castra), la caratteristica principale della città romana è la presenza di due vie principali suddivise da Nord a sud (il cardo maximus) e da Est a Ovest (il manus maximis).
L’architettura romana fra le varie arti rispettate e utilizzate era la più previlegiata e considerata la più nobile. L’arte del vero progettista ovvero l’architetto dei nostri tempi veniva considerata anch’essa la più nobile, nello specifico l’intento delle architetture romane era di richiama subito alla mente la potenza politico- militare dell’antica Roma, le altre nobili arti erano comunque apprezzate ed utilizzate anch’esse sempre con lo scopo di onorare e divulgare il concetto di grandezza che rappresentava Roma facendole propaganda.
Nell’architettura romana si definisce una differenza sostanziale tra spazio interno ed esterno. Lo spazio esterno è semplicemente quello nel quale l’edificio è posto, quello interno è quello contenuto dall’edificio. Gli spazi interni presentano spesso effetti di luce con l’uso sapiente delle bucature che si aprivano all’esterno. Il Pantheon rappresenta l’ideale tipologia di tempio rotondo con all’esterno, un pronao rettilineo, (27 a.C.-124 d.C. iniziato da Agrippa distrutto da un incendio e poi ripreso da Adriano), è un unico grande ambiente circolare e presenta una gigantesca cupola a calotta, decorata all’interno a cassettoni e munita di un oculo centrale.
I lacunari costituiscono l’ornamento della cupola e vanno restringendosi nel convergere verso l’oculo centrale, la luce filtra dall’oculo -impluvium- e si diffonde incidendo sui lacunari e il risultato è di grande effetto poiché contribuisce alla dilatazione della spazialità interna, dando un senso di avvolgente spazialità. L’architettura romana si distingue da quella greca principalmente nella personale definizione di una spazialità interna che viene utilizzata per contribuire diffondere nel vasto impero una consapevolezza di appartenenza ad una potenza senza pari.
Basta pensare che a distanza di millenni le opere romane sono ancora ben visibili in gran parte ancora su tutto il globo infondendo in chi le osserva una sensazione di stupore misto grandezza e ammirazione, nei nostri giorni con tutte le tecnologie disponibili ancora abbiamo nella capitale Italiana strade pericolanti, fatte male e oggettivamente brutte. I nomi di una minima parte dei grandi architetti romani che ci sono arrivati nei giorni nostri grazie alla realizzazione di opere che rimarranno nell’immaginario collettivo delle persone in tutto il globo non saranno mai dimenticati nella storia dell’umanità.
Conclusione

Nonostante le barbarie subite il concetto di architettura romana è ancora ben presente nei territori, ma soprattutto nell’immaginario collettivo. Non è un caso se la spazialità espressa da questa architettura è stata appositamente ben studiata in passato dai grandi architetti romani e se a distanza di secoli il messaggio che ne deriva è ancora lo stesso significa che il risultato è ottimo ed eterno. Queste grandi opere sono riuscite ad arrivare a noi nei giorni nostri resistendo nel possibile a l’usura nei secoli ma soprattutto alle barbarie antiche e moderne di chi nel nome di una religione o per soldi depredava saccheggiando in modo vile ciò che poteva di quello che rimaneva della testimonianza di vita un glorioso popolo come quello romano, (Colonnati, intere porzioni di marmi antichi, statue in rame e metalli di tutti i tipi sono stati utilizzati per costruire gran parte delle chiese romane rimodellando i materiali o fondendoli violentando Roma barbaramente). La più grade testimonianza che il popolo romano ci tramanda come indicato è si materiale e fisica in se stessa ma ancora più forte è il concetto che rappresentava Roma e la bellezza interiore che ne deriva da tale concetto con tutte le sue sfaccettature e sfumature.
Gran parte del mondo si è ormai scordato della profondità di questo concetto e della bellezza che rappresentava e rappresenta tuttora Roma, un tempo questo concetto era luce in un mondo barbaro oscuro infondendo speranza nell’uomo. Non c’è fonte storica che possa indicare con certezza un unico motivo scatenate in merito la fine dell’impero romano dato che i motivi sono stati molteplici nell’arco del tempo, alcune fonti e studiosi indicano come motivo scatenante della caduta l’arrivo del Cristianesimo a Roma (in realtà uno dei svariati motivi insieme ad altri ma non l’unico). Paradossalmente è proprio nella religione cristiana che si rivede il fuoco sacro dello spirito che rappresentava Roma, quella luce e bellezza nel credere nel concetto che è Dio che infonde speranza nell’uomo.

Questa luce che spicca nel buio più oscuro della vita odierna la ritroviamo nella profondità delle rivelazione fatte da Dio a don Guido Bortoluzzi. Il concetto di Figlio di Dio inteso sia fisicamente nella sua armonica perfezione che moralmente. La speranza e il dono di diventare concettualmente e fisicamente un giorno Figli di Dio, partano dal momento in cui si arriva a capire cosa sia l’ibridazione fisica e morale con tutto ciò che ne concerne.
Il mondo odierno nel 2021 con il 2022 alla nostra porte vive un momento di degrado socio politico-culturale.
L’uomo o tale sta cadendo sempre di più in una barbaria morale interiore che non gli permette di vivere la bellezza insita nel significato del senso della vita con tutte le difficoltà che essa porta così come fu anche intesa dal popolo romano. Per finire stendiamo un velo pietoso in merito allo stato in cui versano i grandi monumenti romani (compresa tutta la città intera) e l’attuale politica italiana in ambito ai nostri beni culturali (nonostante tutto, invidiati dal mondo intero), andrebbero mantenuti come uno tra i beni più prezioso che abbiamo da tramandare alle future generazioni essendo anche per loro una eredità preziosa del nostro passato.
Ho letto il libro di Don Guido Bortoluzzi e mi si è aperta la mente! E’ come un pugno nello stomaco ma in senso buono. Dopo aver letto il libro di Don Guido immediatamente tutti i tasselli vanno al loro posto e tutto ha un senso!
Grazie Don Guido!!
Filippo, ci fa tantissimo piacere leggere commenti come il tuo, perché è stato lo stesso per tutti noi che lavoriamo qui nel sito di Genesi Biblica. La rivelazione donata a don Guido è davvero forte, ma è solo l’inizio… Le chiavi di lettura offerte da questa rivelazione se da un lato riconfermano i dogmi cattolici, tuttavia, dall’altra allargano enormente gli orizzonti delle Verità di fede, mostrando una Storia, quella della Salvezza, immensamente più bella, vasta e complessa di quanto si poteva immaginare prima di don Guido. 🙂