Perché Gesù è il personaggio storico più messo in discussione?
Argomento da me affrontato già in diversi articoli, che spinge a chiederci fin da subito: Gesù è esistito davvero? La risposta è sì, ovviamente. Eppure molti proprio non riescono ad accettare la cosa, nonostante l’esistenza di Gesù sia piuttosto ben documentata. Può un personaggio nato da una vergine, taumaturgo, esorcista, capace di controllare gli elementi della natura, definitosi Figlio di Dio, morto e risorto, essere storicamente attendibile? Il Gesù dei vangeli non è più logico pensare che si tratti di un mito creato ad arte dai primi cristiani? Questa e molte altre strampalate…Il negazionismo che raggiunge la Bibbia

La negazione di alcuni episodi o personaggi biblici è molto forte nella cosiddetta
Come scrissi in “Gesù è storicamente inverosimile?“, un altro rischio è quello di credere, ad esempio, che sì, Abramo potrebbe essere esistito, ma essendo stato sostanzialmente un tipico capo tribù interessato ad avere un erede, la sua storia potrebbe non essere affatto frutto della Provvidenza o di una volontà divina. In fondo l’esigenza di avere un legittimo erede è un modo come un altro per assicurare il proprio possesso sui beni materiali conquistati con fatica. Un bisogno ancestrale: l’illusione dell’immortalità attraverso una discendenza. Si potrebbe, nella stessa prospettiva, dire che Carlo Magno non fu mai veramente cristiano, ma solo furbo nello scegliere un cristianesimo da difendere, che l’allunaggio sia mito o una riproposizione del racconto mitologico di Babele o addirittura di Prometeo con un finale però “gnostico”, che Darwin è raffigurato con la barba come riferimento al Dio Padre dell’iconografia cristiana, eccetera. Magari non adesso, ma tra svariati millenni, senza determinati dati a disposizione, si potrebbero sostenere stupidaggini del genere.
Il rifiuto della soprannaturale

Il vero motivo che spinge molti a mettere in discussione la storicità di Gesù, in realtà, è l’elemento “soprannaturale” molto presente nella storia narrata dai quattro vangeli. E nel resto del Nuovo Testamento. L’esistenza del soprannaturale è incompatibile con l’ideologia imperante: il
Quando riporto per diletto letterario le leggende di San Patrizio, colme di paradossi e situazioni surreali, voglio dare per scontato che potrebbero essere vere in gran sostanza. Questo le rende più interessanti e divertenti di un romanzo, in quanto la sospensione dell’incredulità ne risulta amplificata. Molte persone trovano meno interessanti le storie con elementi soprannaturali per tale ragione: non riescono a vedere al di là del loro naso. Le numerose discussioni sulla storicità dei pilastri delle religioni abramitiche (Adamo, Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè) risultano meno interessanti per la difficoltà di accettare che gli archetipi narrativi quasi sempre nascondono personaggi reali e, pertanto, plausibili se si accetta una visione della realtà non per forza mediocre (o materialista). Il problema di fondo è sempre il medesimo: la mediocrità dello scettico o la superficialità del credulone. Poi le terminologie fanno capire che il limite è spesso aggirato da capziosità: Draghi? No! Dinosauri? Sì, ovvio! Kraken? No! Architeuthis princeps? Sì, certo! La differenza dov’è? Boh, non saprei.
Pertanto Gesù è storicamente inverosimile? No, ovviamente! Ma per alcuni non sono esistono nemmeno i dinosauri… per altri il Kraken ancora non esiste…
Altro dettaglio: non credendo più nella storia si diventa amanti esclusivamente del fantastico. Una volta se un racconto non era “vero” (Bibbia, Omero, Dante) risultava noioso. Dante Alighieri credeva nei novissimi, altrimenti la “Divina Commedia” nemmeno l’avrebbe scritta. Se non ci credi davvero non puoi raccontarlo, non ne sei all’altezza.
L’uomo dimentica la storia ~ un dato di fatto


Un altro problema legato alla necessità della storicità è la sua limitatezza: oggi viviamo nell’illusione che il metodo storico-critico possa perdurare in eterno. Invece basta perdere una delle fonti primarie per trasformare un personaggio storico come Napoleone Bonaparte in una figura leggendaria. Tra centomila anni si potrà ancora parlare di Gesù partendo da una memoria storica? No, perché il problema dell’uomo che non impara dagli errori e non ricorda il suo passato, o come disse Benedetto Croce: “Quella dimenticanza [della storia] non è opera del tempo; è opera nostra.”, quasi un problema psicofisico. Sì, perché nemmeno un vampiro immortale dei romanzi di Anna Rice ricorderebbe ogni esperienza vissuta a una distanza di tempo così grande. Allora, se le cose stanno così, perché la realtà è fatta in questo modo? Nichilismo a parte, la risposta prevede l’antropologia cristiana: l’uomo è composto di una realtà non solo sensoriale e fisica, ma anche spirituale. Sarebbe in quest’ultima la soluzione, la “memoria eterna”. Pertanto non è possibile credere nella salvezza orizzontale dell’umanità, ipotizzata anche da illustri teologi e filosofi. Questa è inutile gnosi con derive, spesso,
Giovanni 17:20-21
20 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: 21 che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Conclusione

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