Il Natale: anticipazione dell’Eucaristia
Genesi Biblica, Dottrina, Magistero, News

Il Natale: anticipazione dell’Eucaristia

La natività: prefigurazione dalla Chiesa

Ogni anno, il 25 dicembre, festeggiamo il Natale. Per i cristiani sicuramente la festa religiosa più importante. Perché senza il Natale, cioè senza l’incarnazione del Cristo, del
Verbo di DioIn principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. (Gv1, 1)
, non sarebbe possibile festeggiare nemmeno la Pasqua: la festa invece più importante per la Chiesa. Tuttavia, non sempre le omelie delle messe di Natale riescono a farci intravedere il grande il mistero che ci cela dietro la nascita di un bimbo-Dio che cambierà per sempre la storia dell’umanità. Cosa si può intravedere, alla luce della rivelazione di don Guido, nell’immagine della natività? Vediamolo insieme.

Il mondo attendeva un Redentore, qualcuno che riparasse al peccato di Adamo!

peccato originale
Oggi sappiamo che il peccato originale non ha soltanto esiliato l’umanità decaduta, ma ci ha del tutto privati dei doni necessari per poter essere Figli di Dio sia spiritualmente che biologicamente.
Una cosa su cui si riflette molto poco, almeno rispetto ai primi capitoli della Genesi, è che da quando fu commesso il peccato originale nessuno aveva provato a riparare al male perpetrato da Adamo. Anzi, la tradizione cristiana, sia essa ortodossa che cattolica, ha sempre considerato Adamo come pentitosi del suo peccato. Quindi santo. Ma questo non si accorda con i fatti, perché se Adamo si fosse pentito avrebbe fatto una cosa che chiunque fa nel momento in cui soffre per il peccato commesso: cercare di fare riparazione. Fare riparazione non soltanto equivale a cercare di aggiustare i torti commessi, ma è soprattutto un’esigenza interiore che riguarda chiunque è davvero pentito del proprio errore. Se dalla creazione dell’uomo ad oggi il mondo è rimasto totalmente devastato dal peccato originale, è consequenziale dedurre che nessuno abbiamo voluto o potuto riparare il peccato commesso da Adamo.
Ma Adamo poteva compiere un atto di riparazione per mitigare il peccato originale?
Don Guido era convinto che se Adamo si fosse pentito e avesse chiesto a Dio perdono, immediatamente Dio Padre avrebbe mitigato o addirittura annullato le conseguenze del peccato originale. Ovvero, gli effetti dell’ibridazione del genere umano. Qualcuno potrebbe ribattere che soltanto Cristo possiede i requisiti per redimere l’umanità decaduta. In realtà anche Adamo era a tutti gli effetti un figlio di Dio e il suo ruolo quale capostipite dell’umanità e capo dei Figli di Dio lo avrebbero reso idoneo a riparare il peccato da lui commesso. Forse per la totale redenzione sarebbe sempre stato necessario il sacrificio di Cristo, ma il male del peccato originale, se Adamo avesse fatto ammenda, non sarebbe stato così grande e nefasto come lo è tutt’oggi. Il principale problema, tuttavia, è un altro: come vediamo nella rivelazione che Dio ha dato a don Guido, Adamo non soltanto non si pentì per aver cercato di rendersi indipendente da Dio, ma dopo la morte di Abele rimase impenitente, giurando vendetta nei confronti del Divin Padre. Dunque, oltre a non pentirsi, Adamo esasperò la sofferenza per la perdita di Abele in un odio nei confronti di Dio Padre che coinvolse gli altri Figli di Dio (
Gen 6: 1-6

Genesi 6:1-6

Corruzione del genere umano
(Es 34:15-16; 2Co 6:14-18)(Sl 14:1-4; Ro 3:10-18)
1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, 2 avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. 3 Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni».
4 In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi.
5 Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. 6 Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.

Questo brano nel contesto

) e segnò profondamente la storia dei figli degli uomini. Cioè, di tutta la stirpe umana.

Per questa e per molte altre ragioni – che per motivi di spazio non menziono in questo articolo –, a redimire il creato sarà un altro: Gesù Cristo.

La vocazione del Figlio dell’Uomo

Natale, la Santa Notte
Un’immagine stampata della natività conservata nel Museopervia. L’asino e il bue, con le chiavi di lettura espresse sopra, rappresentano i figli degli uomini.
In quella santa notte, la Provvidenza operò un’immagine grandiosa: mostrò quello per cui Gesù sarebbe stato destinato nella sua vocazione di Figlio dell’uomo: avrebbe dovuto riparare ai peccati del primo uomo nutrendo noi tutti, resi deboli e bestiali, quindi in parte animali, dal peccato del primo uomo, offrendoci se stesso come cibo. La scena della natività, in realtà, ci mostra Cristo Eucaristia: Gesù dona tutto se stesso per renderci come Lui. Pertanto ai pastori che fecero visita al bambin Gesù fu offerta un’immagine profetica: l’intera umanità avrebbe dovuto nutrirsi del corpo e del sangue di quel bambino, adagiato in una mangiatoia per poter essere redenta e preparata alla resurrezione della carne.
Gesù: “Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.” (Giovanni 6, 35-39)

Bisogna comprendere che la morte e la resurrezione di Cristo sono in vista del Santissimo Sacramento. Senza il pane di vita che ci nutre e ci rende sempre più simili a Cristo, la nostra adozione a Figli di Dio per mezzo del battesimo è insufficiente. Essendo inquinati dal peccato di Adamo, dalle tare ereditarie della stirpe di Caino, noi tutti siamo come malati bisognosi di una trasfusione. Per questo Gesù ci dona il suo corpo e il suo sangue, per trasformarci e prepararci a quella resurrezione finale che ci renderà a tutti gli effetti come Lui: Figli di Dio. Entreremo anche noi, che al momento siamo solo animali, nella famiglia divina. Nessun dono può essere più grande di questo!

Conclusione

Alla luce di quanto esposto sopra, appare chiarissimo come la Provvidenza ha voluto, in quella Santa Notte, far nascere Gesù in una stalla, luogo per animali, affinché venisse adagiato in una mangiatoia: dove gli animali si nutrono. È la mangiatoia il luogo dove Gesù si lascia deporre, come prefigurazione di ciò che sarà la Chiesa. Gesù si offrirà come cibo per dare a noi, che siamo solo creature di Dio, la possibilità di essere dèi (
Gv 10: 34

Giovanni 10:34

Gesù rispose loro: «Non sta scritto nella vostra legge:
"Io ho detto: voi siete dèi"?

Questo brano nel contesto

), cioè Figli di Dio.

Certamente anche non conoscendo “Genesi Biblica – Nuova luce sull’origine dell’uomo e sul peccato originale” è possibile cogliere il profondo significato profetico dell’immagine della natività. Ma conoscere le ragioni che ci rendono non figli di Dio ma solo creature di Dio dalla nascita, non c’è alcun dubbio, valorizza enormemente tutti i sacramenti, in primis l’Eucaristia. Appare così chiaro perché senza il nutrimento che ci dono Cristo non sia possibile per noi entrare nella realtà di un figlio di Dio.
24 Dicembre 2020

About Author

Alessandro Pacifico Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi grazie a don Guido Bortoluzzi, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. La mia passione per la scrittura e la sceneggiatura comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *