Se la Genesi mosaica non fosse un mito?
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Se la Genesi mosaica non fosse un mito?

Il libro sacro più importante dell’Antico Testamento è indubbiamente quello della Genesi mosaica. Chiamata così perché la tradizione, cattolica e non, attribuisce l’opera al profeta Mosè. Tramandata per secoli, si ritiene sia stata redatta nel VI-V secolo a.C. in Giudea, sotto l’influenza di diversi racconti mitologici, come quelli che il popolo ebraico ebbe modo di apprendere durante l’Esilio di Babilonia. Come diretta conseguenza, in molti casi si tende a ridurre i primi capitoli della Genesi mosaica a racconti puramente simbolici, che spiegano il concetto della trasgressione dei primi uomini, annullando, così, il valore storico che un tempo si attribuiva all’opera. Cioè svuotandola di un valore reale, come realmente accaduto e non necessariamente allegorico, riducendola a un mito. Naturalmente «mito» come sinonimo di favola o leggenda, secondo l’accezione moderna, in quanto nel pensiero antico i miti erano da prendersi molto sul serio.

Ma è davvero così? La Genesi è solo un mito come un altro?

Un mito copiato dai Babilonesi?

Genesi babilonese
In questo bassorilievo è raffigurato Marduk, il Signore degli déi nella mitologia babilonese, contrapposto alla dea Tiamat, spesso raffigurata come un enorme serpente o un drago
Semplificando al massimo, esistono principalmente due motivi che hanno portato alcuni biblisti e studiosi a considerare il libro della Genesi mosaica, almeno nei suoi primi capitoli, come un mito ispirato alla tradizione babilonese:

  1. Il primo che molti temi della Genesi, come della creazione della prima coppia umana, il serpente, dell’Albero della Vita, la storia di Noè, dei Giganti, del diluvio, dell’arca, della colomba, ect., li ritroviamo anche nelle epopee sumere e di altre culture orientali.
  2. Il secondo che, se le epopee sono state composte nel secondo e terzo millennio avanti Cristo, mentre la Genesi è stata scritta nel primo millennio, sarebbe l’autore della Genesi ad essersi ispirato a quelle. Alla base di queste deduzioni ci stanno quindi le datazioni: da un lato la Genesi, che viene attribuita ad autori del primo millennio avanti Cristo, dall’altro i ‘miti’ con temi simili, che risalgono a tempi molti più antichi. Tenendo in considerazione solo questi due fattori, se ne deduce che pure la Genesi mosaica sia un mito.
Le analogie tra il libro della Genesi e i miti babilonesi portarono, nel XIX secolo, in pieno positivismo, il teologo biblista tedesco Julius Wellhausen (1844 – 1918) e altri studiosi a ipotizzare che gli autori della Genesi risalirebbero al regno di Davide e di Salomone (ca. 900 a.C.). In pratica, secondo Wellhausen gli autori della Genesi crearono racconti di stampo politico per risanare le divisioni fra gli Israeliti e dare a tutto il popolo un senso d’identità nazionale. Questa teoria diventò per molti il nuovo paradigma per lo studio del
PentateucoI primi cinque libri della Bibbia.
.

Tuttavia, non esistono solo i miti babilonesi e quelli orientali. Si possono notare altrettante analogie con tutti i miti del mondo che raccontano delle origini della terra e dell’umanità. Dai miti norreni fino a quelli amerindi, ricorrono moltissimi elementi del racconto della
Creazione mosaicaOssia, di Mosè.
: il paradiso terrestre, la prima coppia umana creata da Dio o dagli Dèi, il serpente, l’albero, la caduta o trasgressione, la stirpe dei Giganti, un diluvio, ect. Capire questo è sufficiente per cambiare prospettiva, ribaltando il discorso, perché se ne trae come ogni mito delle origini appaia, piaccia o no, come frutto di una reminiscenza o di qualcosa di anteriore che accomunerebbe tutte le cosmogonie esistenti. Ma com’è possibile? La storia dell’umanità, almeno fin dove la conosciamo noi, sembrerebbe escludere anche quest’ultima ipotesi. Le antiche civiltà hanno avuto percorsi separati non solo dalle immense distanze geografiche, ma soprattutto dal tempo. Molte civiltà, insieme ai loro miti, furono troppo distanti per ritenerle capaci di influenzare la cultura delle civiltà sviluppatesi nell’età dei metalli attorno al Mar Mediterraneo. Nonostante ciò gli elementi in comune tra le varie storie protologiche sembrano suggerire una spiegazione completamente diversa dalle precedenti.

La Genesi per la Chiesa cattolica

Genesi, la cacciata dal paradiso
La cacciata dal paradiso di Adamo ed Eva, realizzata da Alexandre Cabanel
Come già asserito sopra, per la tradizione della Chiesa cattolica, così come per quella ebraica, l’autore è il profeta Mosè. Questo però non è il pensiero univoco del mondo cattolico, perché a livello storiografico molti studiosi cattolici, anch’essi profondamente influenzati dalla teoria wellhauseniana, hanno offerto altre ricostruzioni, negando l’autenticità mosaica del Pentateuco. E tuttora esistono diverse correnti di pensiero anche tra i biblisti cattolici. In ogni caso il Magistero della Chiesa, dal Concilio di Trento in poi, riafferma con forza l’autenticità mosaica del Pentateuco. “La Pontificia Commissione Biblica – L’autenticità  mosaica del Pentateuco” sostiene chiaramente, senza lasciare spazio a fraintendimenti, che non si può credere che il Pentateuco non abbia Mosè per autore. Non c’è scampo, questo punto è fondamentale nella fede cattolica. O così dovrebbe essere. Il medesimo testo, con grande apertura, ammette anche la possibilità che Mosè nella redazione della sua opera abbia fatto uso di fonti, scritte e non, così come in un decorso lungo di secoli siano sopraggiunte alcune modificazioni del testo, a patto che le si consideri permesse dalla Provvidenza per ragioni assai più ampie di quelle che noi possiamo immaginare da un punto di vista prettamente accademico o umano.

Tuttavia non bisogna fare l’errore di credere che per il Magistero della Chiesa cattolica siano legittimate interpretazioni fondamentaliste, cioè che prendono il testo alla lettera, ma sono solamente garantiti i punti necessari per una lettura del libro della Genesi in accordo con i principali dogmi cattolici, la cui formulazione è pressoché dovuta alle verità evangeliche. Dunque da Gesù stesso.

L’autore della Genesi secondo Gesù

Gesù: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi.” (Matteo 19, 4-6)


La Genesi spiegata da Gesù
Achille Mazzotti, “Gesù tra gli scribi e i farisei” (1844). Roma, Accademia Nazionale di San Luca
Nel Vangelo di Matteo, in
Mat 19: 3-12

Matteo 19:3-12

3 Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?» 4 Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: 5 "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne"? 6 Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi». 7 Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via8 Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. 9 Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
10 I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie». 11 Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. 12 Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

, troviamo una interessante diatriba tra Gesù e i suoi interlocutori riguardo all’adulterio. Gesù affronta, senza mezzi termini, una delle sue discussioni più importanti riguardo la possibilità del ripudiare la propria sposa o moglie, cosa ammessa nella legge di Mosè. Per spiegare ai farisei e agli altri ascoltatori la finalità più alta e spirituale di quello che diverrà il sacramento matrimonio non soltanto Gesù cita la creazione dell’uomo e della donna dal libro della Genesi mosaica – «[…] l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola» –, ma riconferma anche il suo autore:

Gesù: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio.” (Matteo 19, 8-9)
Sarebbe proprio quest’affermazione di Gesù, in quante parte della Rivelazione del Nuovo Testamento, a non ammettere dubbi riguardo l’autore del Pentateuco. Quello che “ha permesso” il ripudio, cioè che ha scritto tale legge, è proprio Mosè. Cristianamente parlando, né si può pensare che Gesù affermò il falso per non scioccare i farisei, tant’è vero che erano già sconvolti dall’autorevolezza con cui Gesù metteva in discussione cose ben più delicate di questa, come quando asseriva la sua somiglianza con Dio Padre, né che fosse malinformato. Dunque non è possibile credere, sempre rimanendo in una prospettiva di fede, che Gesù abbia parlato di Mosè come autore delle Genesi mosaica e di tutto il Pentateuco solo per paura di non creare attriti, quando non si faceva affatto problemi nello scandalizzare i suoi interlocutori su questioni assai più importanti.

Secondo la rivelazione data a don Guido Bortoluzzi

Disse la Madonna a don Guido:
È una rivelazione come a Mosè.
Mosè non è solo l’autore della Legge, ma dei primi cinque libri della Bibbia
La forza di questa affermazione sull’autore del libro della Genesi mosaica è il punto nevralgico del discorso, perché ci ricorda che i primi capitoli libro della Genesi sono anzitutto una Rivelazione: un testo divinamente ispirato che sarà anche nel corso dei millenni divenuto sempre più misterioso e difficile da interpretare, ma che nella sostanza narra qualcosa di realmente accaduto. Il suo linguaggio ermetico lo ha reso incomprensibile ai più, lasciandoci soltanto le certezze offerte dal
MagisteroIl deposito della fede cristiana.
della Chiesa e dalla comunità cristiana, che ne hanno definito i contenuti storici proprio per evitare interpretazioni sbagliate del testo. Infatti senza delle chiavi di lettura ben precise la Genesi mosaica può benissimo essere interpretata nei modi più disparati: dalle interpretazione gnostiche, se non addirittura sataniche, fino agli errori di Lutero e di gran parte degli eretici di questi ultimi duemila anni di Cristianesimo.

Nel momento in cui le domande esistenziali su Dio e sulle origini dell’Uomo sono divenute più pressanti e complesse grazie al progresso scientifico e all’evoluzione del pensiero umano, il Signore, nel momento più opportuno, ha concesso a don Guido, tra il 1968 e il 1974, otto rivelazioni sulle origini della Terra e dell’Uomo. In “Genesi Biblica: Nuova luce sull’origine dell’uomo e sul peccato originale“, il testo dove don Guido racconta la storia della Terra e della prima famiglia, Dio non soltanto spiega la creazione della Terra, d’ogni specie animale e dell’Uomo, ma in cosa consiste la propagazione del peccato originale commesso da Adamo, il primo Uomo. Viene finalmente offerta una spiegazione esaustiva che soddisfa sia sul piano teologico che su quello scientifico. Questo perché solamente Dio poteva svelare i segreti delle origini dell’umanità e della conseguente caduta su di un piano spirituale, ma anche psicofisico di tutti i discenti di Adamo. Infatti la creazione mediata semplicemente supera di molto sia l’evoluzionismo biologico che il creazionismo puro.

Così risponderà il Signore a don Guido:
QUESTA È UNA RIVELAZIONE, UNA VISIONE REALISTICA DELLE COSE, RACCONTATE E NON, NEL LIBRO CHE TIENI IN MANO. […] IO SONO. TI INSEGNO A LEGGERE E INTERPRETARE QUEL LIBRO.
Così, anche questa volta, non è l’uomo ha risolvere il mistero, ma è il soprannaturale che irrompe nella storia e che ci riporta a Dio, confermando le verità di fede più importanti della Creazione mosaica: la creazione dell’Universo, la creazione della vita
Ex nihiloDal nulla.
, la prima coppia umana, la formazione della prima donna dal primo uomo; l’unità del genere umano e l’esistenza del peccato originale, che solo il primo uomo poteva commettere, e l’esistenza di Satana.

Quindi le somiglianze tra le varie tradizioni religiose di tutte le civiltà del mondo non si assomigliano senza un motivo, ma perché Dio è sempre intervenuto nella storia per rivelare agli uomini la verità. Questo Dio Padre dice a don Guido, perché il Signore indiscusso della Storia è il Figlio Dio.

Conclusione

Dunque la Genesi mosaica non è un mito. Prima di tutto lo stesso Gesù attribuisce a Mosè la paternità del Pentateuco. Secondariamente, sono davvero troppe le analogie presenti in gran parte delle cosmogonie di ogni civiltà del mondo per ritenere che non vi sia una verità comune per tutte le tradizioni religiose. Ma nemmeno è possibile, attraverso la Genesi mosaica e/o per mezzo della scienza svelare gli enigmi sulle nostre origini, come ad esempio il mistero sulla natura compromessa o ferita della specie umana – il peccato originale. Soltanto Genesi Biblica: Nuova luce sull’origine dell’uomo e sul peccato originale di don Guido Bortoluzzi, in quanto rivelazione di Dio, riesce a spiegare in modo esaustivo come andarono le cose agli albori dell’umanità, riconfermando la fede cattolica e rispondendo alla Scienza. Ma, ancora più importante, offrendo a noi tutti un racconto che ci svela in profondità perché per l’uomo è così difficile entrare in relazione con Dio.
11 Aprile 2020

About Author

Alessandro Pacifico Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi grazie a don Guido Bortoluzzi, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. La mia passione per la scrittura e la sceneggiatura comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.


2 COMMENTS ON THIS POST To “Se la Genesi mosaica non fosse un mito?”

  1. Articolo chiaro, esaustivo e stimolante. Mi ha fatto venire una piccola riflessione, la metto senza alcuna pretesa, partendo da una citazione interna all’articolo:

    “Quindi le somiglianze tra le varie tradizioni religiose di tutte le civiltà del mondo non si assomigliano senza un motivo, ma perché Dio è sempre intervenuto nella storia per rivelare agli uomini la verità.”

    Se Dio è intervenuto nella storia di tutte le civiltà del mondo, vuol dire che ha cura di tutte le civiltà del mondo e se questa cura è stata tale da rivelarsi a tutte le civiltà del mondo, tutti gli uomini sono fratelli sotto la paternità di Dio CON le loro diverse civiltà.

    Ma se tutte le civiltà contengono la rivelazione di Dio, tutte le civiltà sono sante.

    Ma perché non lo sono? Perché sono diverse? Perché si combattono?

    Perché ogni civiltà non contiene solo la rivelazione di Dio. Ogni civiltà contiene anche la natura corrotta dell’uomo e ciò che ogni civiltà é e diventa deriva dal rapporto che via via avviene in quella civiltà fra la rivelazione di Dio e la natura corrotta dell’uomo.

    • Eh sì, lo Spirito soffia dove vuole, ma per preparare tutti popoli alla sola verità salvifica: Gesù Cristo.

      Dice sempre Gesù: « Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me […] » E aggiunge anche: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. »

      Infine Paolo ribadisce una cosa di assoluta importanza: « Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l`adozione a figli. » (Gal 4, 4-5) Per mezzo di Cristo si diventa figli adottivi e, dunque, anche fratelli.

      Alla luce di quanto è rivelato a don Guido, noi sappiamo che tutti i Figli di Dio erano un solo corpo (Albero del Bene), una sola famiglia, perché tutti discendenti di Adamo, dunque tutti fratelli. Ma dopo i peccati di Genesi 6, 1-4 tutta la stirpe umana si frammentò nel peccato, cioè entrò a far parte dell’Albero del Male, la stirpe di Caino. I figli degli uomini, che siamo noi tutti, sono solo creature di Dio, perché hanno perso la somiglianza con Dio (Gn 1, 27 e Gn 6, 5), ma tutte le persone che rispettano le beatitudini (Mt 5,3-12), anche se ancora non fanno parte della Chiesa, ricevono il battesimo di desiderio e si possono considerare figli adottivi, cioè nostri fratelli.

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