Un termine più corretto su di uno dei più importanti sacramenti
Quello di cui tratteremo adesso è, ovviamente, un sacramento già esistente nella Chiesa ma da sempre frainteso e dissociato da altri due elementi necessari per comprenderne le finalità. Beh, a quale sacramento si allude? Usiamo le parole di un certo Gesù che fu proprio Lui ad istituirlo: 😉
Gesù: “Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11 ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».” (Marco 2, 1-12)
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Un Sacramento di… guarigione?
Lo scandalo dei Giudei non era affatto ingiustificato, perché è verissimo: solo Dio può perdonare i peccati. Ma Gesù, operando una guarigione, tenta di fare capire ai suoi interlocutori che Lui opera in ogni cosa per volontà di Dio Padre. Oltretutto, notiamo in questo episodio paradigmatico del Vangelo come Gesù introduca il
Sacramento della RiconciliazioneO Sacramento della penitenza.
, più comunemente conosciuto come “Confessione”. Tale sacramento fu istituito da Gesù stesso, dando agli apostoli il potere di perdonare i peccati:
Gesù: “Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi.” (Giovanni 20, 21-23)
«Alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua»
Da queste parole di Gesù la Chiesa cattolica e tutte le chiese con una continuità apostolica prendono atto che serve un tramite: il sacerdote che agisce a nome degli apostoli (i vescovi) per poter perdonare i peccati. Come un po’ tutti sanno, il presbitero durante la Confessione rappresenta Cristo a cui Dio Padre ha dato il potere di rimettere i peccati, per confermarci che il Signore ci ha perdonato e che se siamo nella condizione per continuare il nostro cammino cristiano. Non esiste, per ragioni di semplice buon senso, la confessione individualista, dove ognuno se la canta e se la suona, ma sopratutto è liberatorio avere la conferma da qualcuno che parla a nome di Cristo ci è stato elargito il perdono di Dio.
Dunque fin qui nulla di nuovo, insomma! Ma c’è un elemento che viene preso sottogamba: la guarigione (del paralitico). Ovviamente il mio intento non è quello di affermare che il perdono dei peccati, dunque la Confessione, comporti guarigioni fisiche in automatico, ma che tale sacramento è in ogni caso una guarigione. Ma guarigione di cosa? ❓
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Procediamo con ordine.
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Cos’è un sacramento? E a cosa serve?
Partiamo prima dallo spiegare in modo semplice cos’è un sacramento. Nella Chiesa cattolica i
SacramentiBattesimo, Riconciliazione, Comunione, Confermazione, Matrimonio, Ordine sacerdotale ed Unzione degli infermi.
sono sette, ognuno finalizzato a partire dal Battesimo a renderci sempre più simili a un Figlio di Dio.
San Paolo di Tarso: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome […].” (Filippesi 2, 5-9)
Dunque il fine di Dio, che si manifesta in Gesù Cristo, è di renderci tutti come il Suo Figlio prediletto. Lo afferma anche con forza Giovanni nei suoi scritti
1Giovanni 3: 2
1Giovanni 3:2
Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.
, quando ci rivela che un giorno saremo come Cristo, in grado di vederlo così come egli è, perché anche noi diverremo a tutti gli effetti Figli di Dio. Il discorso dei sacramenti è, infatti, impossibile da focalizzare senza la comprensione della caduta e della perdita della condizione di Figli di Dio. Non è possibile, pertanto, comprendere veramente o profondamente le finalità dei sacramenti se non si capisce la storia della caduta. Purtroppo, come un po’ tutti sappiamo, spiegare la caduta nella superficialissima interpretazione letterale della storia di Adamo ed Eva è tutt’altro d’aiuto e allontana o scoraggia molte persone un minimo concrete ad entrare nell’ottica della Storia della Salvezza, che a un primo impatto ci appare ridicola alla luce di molti altri interrogativi legati alle origini dell’uomo. Eh, sappiate che è normale! Peggio è ridurre tutto ad un’allegoria! Per chi ci capisce qualcosa di narrativa, spiegare un racconto senza aver chiaro l’incidente scatenante porta a molti buchi narrativi o, addirittura, ad incongruenze! Pertanto partiamo dal presupposto che la storia della caduta adesso ci è in gran parte chiara grazie a don Guido Bortoluzzi e alla storia della caduta di Adamo. Sorvoliamo su quello di cui ci occupiamo sempre, la
protologiaLo studio delle origini umane e dalla caduta
, e passiamo ai sacramenti: sono qualcosa che opera Dio per guarirci dalle tare del peccato originale e riportare tutta l’umanità alla condizione originaria, quella di Figli di Dio. Queste opere promettono qualcosa che ci cambia. Hanno un aspetto esteriore, visibile per tutti, come una persona che si confessa, elenca i suoi peccati al confessore e, se ci sono le condizioni necessarie, il prete recita la formula di assoluzione per il perdono. C’è anche un aspetto invisibile, come quello del perdono e del cambiamento interiore nel caso della Confessione: la conversione di colui che si rimette alla misericordia di Dio.
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Cos’è la conversione?
“La confessione” (Giuseppe Molteni, 1838), dietro una grata come si prevedeva in passato per tutti i fedeli per lenire il senso di vergogna e mantenere l’anonimato del penitente. Era pragmatismo, oggi messo da parte per ragioni non proprio chiare… e, nei fatti, ci si confessa di meno! Anzi, c’è chi reputa il confessarsi troppo “fariseismo”!
Senza entrare troppo nei dettagli etimologici del termine, significa cambiare rotta e linea di pensiero. Ma significa anche, alla luce di un
pensiero più ebraicoChe non scinde l'uomo in 'spirito' e 'corpo', ma in un'unica realtà.
, un cambiamento della natura umana stessa, che diventa più conferme alla volontà di Dio. In parole povere, Dio ci perdona e ci offre la grazia, dunque la forza, per sconfiggere il peccato e migliorare noi stessi. Ma, nel concreto, cos’è che migliora? È l’anima! Sì, è l’anima che necessità di essere cambiata. Dunque, detto più concretamente, l’anima necessità di essere guarita dalle conseguenze dei peccati personali! Questo concetto viene dato per scontato in molte catechesi ed esegesi. Tuttavia è proprio non esplicarlo che conduce molti, anche i cattolici più preparati, a non capire quel è il senso più autentico della cosiddetta “Confessione”, contribuendo a una confusione generale su questo sacramento. 🙄
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L’uomo è dotato di un’anima, cioè di qualità “immateriali” che lo rendono un individuo. L’anima, nel momento in cui è creata, è senza colpe. Senza stare a spiegare troppo i dettagli legati al peccato originale, che su questo sito sono l’argomento principale da noi trattato, quando l’anima entra – nel momento del concepimento – nella carne condizionata dalle tare ereditarie conseguenti il peccato di Adamo è subito influenzata dalle ferite del peccato, dette
concupiscenzaLe ferite o i limiti conseguenti il peccato di Adamo, che ci rendono inclini anche al male.
, e la nostra condizione è, de facto, non del tutto idonea a ricevere lo Spirito di Dio. Per tale ragione serve il Battesimo per poter diventare figli adottivi di Dio (
Mc 16: 16
Marco 16:16
Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.
) e conseguire la salvezza.
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L’anima che, ci piaccia o no, è in parte anche una rete neuronale fatta di associazioni mentali condizionate da istinti biologici, esperienze e percezioni, viene alterata dalla nostra natura umana limitata o ferita e non è da sola capace di aderire alla volontà di Dio. Dice infatti Paolo di Tarso:
San Paolo di Tarso: “Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.” (Galati 5, 16-17)
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Questa condizione può peggiorare con i peccati personali, che per chi ci capisce un po’ di neuroscienze possono letteralmente riscrivere del tutto la nostra “
pischeIl complesso delle funzioni e dei processi che danno all'individuo esperienza di sé e del mondo e ne condizionano il comportamento.
”, cioè le nostre associazioni mentali e il conseguente comportamento. Non si tratta dunque di “metafisica”, non del tutto almeno, ma di una concreata natura umana che viene ferite ulteriormente da tutto ciò che vediamo, facciamo e sperimentiamo. Infatti non avere “senso del peccato” equivale a non avere senso della realtà! 😛
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Cosa avviene quando otteniamo il perdono?
Avviene un processo di conversione, cioè di guarigione! La nostra anima viene non solo perdonata, linguaggio forse un po’ “retributivo”, basato su colpe e meriti, ben lontano dal linguaggio dell’amore dove c’è un solo fine: portare l’anima a Dio in un processo che richiede semplicemente aderire al piano salvifico predisposto per la nostra “
trasfigurazioneTrasformazione.
”. L’idea di pagare le colpe per soddisfare la giustizia divina può essere forviante e ha nei secoli reso quello che viene chiamato “senso del peccato” qualcosa di giustamente inaccettabile per molti non credenti. Bisogna tenere presente che il peccato – cioè, mancare il bersaglio – e la non promozione di Dio sono già di per sé un castigo. Il discorso si lega al Purgatorio, che più che un momento dell’esistenza in cui l’anima pentita ha modo di acquisire consapevolezza sulle mancanze durante la vita terrena e di fare riparazione in una realtà ultraterrena, viene invece considerato un luogo dove semplicemente si è “confinati” a scontare delle pene. Se questo linguaggio andava bene secoli a dietro, oggi risulta inaccettabile per ragioni tutt’altro che scontate per il mondo cattolico, che non si è fatto “aggiornato” sul piano comunicativo. Anzi, ha solo svuotato il senso della sua teologia per venire incontro ad una società sempre più secolarizzata ed infantile. Addirittura i grandi movimenti cattolici, per quanto necessari nella sopravvivenza del Cattolicesimo, hanno contribuito a rendere ancora meno chiari i concetti espressi sopra.
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Tornando alla Confessione, Dio opera in noi un cambiamento. Questo, come accennato in “Dalle fede assiomatica a quella consapevole“, indusse molti santi o persone di grande fede a confessarsi spessissimo non perché fossero nel concreto più peccatori degli altri né compulsivi, ma semplicemente perché desideravano usufruire maggiormente di questa guarigione dell’anima offerta dal Sacramento del perdono. Questo spiega, almeno in parte, come tale sacramento sia obbligatorio per poter accedere all’Eucaristia, che invece avvia un processo di guarigione in tutta la natura umana. Una volta ottenuto un cambiamento nell’anima si può proseguire con tutto il resto… Gesù ci offre il Suo Corpo e il Suo Sangue per una ragione molto semplice: la nostra natura biologica è compromessa e attende la Resurrezione della carne. Detto con franchezza, è impossibile metabolizzare il senso più profondo dell’Eucaristia senza capire davvero quanto offerto da don Guido. Sì, anche il Sacramento dell’Eucaristia resta per noi qualcosa di poco chiaro nelle sue finalità. E il fine, lo ripetiamo, è l’essere trasformati in Figli di Dio nella nostra natura, tutta intera, già qui sulla terra.
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L’essere trasfigurati… cosa realmente significa!
Raffaello Sanzio ha realizzato una delle migliori raffigurazioni della “Trasfigurazione”, conservata nei musei vaticani. Mosè ed Elia appaiono come esseri vivi ed in carne ed ossa, tanto da indurre Pietro, Giacomo e Giovanni a volerli trattenere lì con loro. Ciò fa riflettere…
Ossia, rigenerati o risorti. Questo avviene nell’ultimo giorno. Può trattarsi dell’ultimo giorno della nostra vita (il giudizio personale) o dell’ultimo giorno inteso come
Fine dei TempiQuando finirà l'era del peccato e comincerà il Regno di Cristo sulla terra
. Cioè, attendiamo la
ParusiaIl ritorno di Cristo e dei Suoi Angeli
(
Mt 25: 31-33
Matteo 25:31-33
Giudizio contro le nazioni Gv 5:22-23, 26-29; Ap 20:11-15; 2Te 1:6-10; Ga 6:7-10 31 «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
) perché la natura umana è stata devastata dal peccato di Adamo. In passato si credeva ciecamente che senza il peccato il pianeta terra, cioè l’
EdenIl paradiso terrestre.
, sarebbe stato una sorta di luogo “ultraterreno” senza né morte né dolore. In realtà oggi molti hanno capito che con o senza il peccato originale la vita terrena rappresenta in ogni caso una tappa iniziale o pedagogica e non un mondo si serie b in cui siamo stati confinati da un demiurgo cattivo per capriccio. Sì, la vita terrena è una specie di esilio per colpa del peccato originale, su cui ci sarebbe molto da spiegare… ma il mondo già prevedeva la morte come abbiamo sostenuto in “L’origine del male precede il peccato originale?“. Facendo un esempio, Maria Santissima era nata senza peccato originale ma fu assunta in anima e corpo. Dunque trasfigurata, perché il Regno dei Cieli, come ha detto Gesù, non è la terra (
Gv 18: 36
Giovanni 18:36
Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi consegnato ai Giudei; ma ora il mio regno non è di qui».
). Pertanto Maria era già perfetta e non necessitava di una Resurrezione della carne, ma attendeva solo una trasfigurazione per concludere nella gloria il suo percorso terreno. Sarebbe stato così per tutti senza il peccato di Adamo. Questo è quello che crediamo.
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Il
Giudizio universaleCioè, la comprensione del bene e del male in modo definitivo grazie a Cristo.
precede la Resurrezione proprio perché consiste nella consapevolezza di essere bisognosi di una guarigione globale della nostra natura umana. Dunque alludiamo ad una Resurrezione nell’
immanenteSulla terra.
, necessaria qui ma “irrilevante” nell’eternità, dove l’attimo presente da noi percepito non ha alcun valore, in quanto il tempo non è lineare come erroneamente credevano i Padri della Chiesa (Agostino escluso! Lui, non si sa bene come, aveva intuito molto di più). Ecco perché Mosè ed Elia apparvero già trasfigurati sul monte Tabor (
Marco 9: 28-35
Marco 9:28-35
28 Quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli gli domandarono in privato: «Perché non abbiamo potuto scacciarlo noi?» 29 Egli disse loro: «Questa specie di spiriti non si può fare uscire in altro modo che con la preghiera».
Secondo annuncio della passione =(Mt 17:22-23; Lu 9:43-46) Mr 8:31-33 30 Poi, partiti di là, attraversarono la Galilea; e Gesù non voleva che si sapesse. 31 Infatti egli istruiva i suoi discepoli, dicendo loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini ed essi l'uccideranno; ma tre giorni dopo essere stato ucciso, risusciterà». 32 Ma essi non capivano le sue parole e temevano d'interrogarlo.
L'umiltà, segreto della vera grandezza =(Mt 18:1-5; Lu 9:46-48) Mr 10:35-45; Fl 2:5-11 33 Giunsero a Capernaum; quando fu in casa, domandò loro: «Di che discorrevate per strada?» 34 Essi tacevano, perché per via avevano discusso tra di loro chi fosse il più grande. 35 Allora, sedutosi, chiamò i dodici e disse loro: «Se qualcuno vuol essere il primo, sarà l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
) prima che Gesù scendesse negli inferi e nel seno di Abramo a liberare l’umanità decaduta. Ecco perché il buon ladrone alla sua morte era già in paradiso con Cristo (
Lc 23: 42-43
Luca 23:42-43
42 E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» 43 Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».
) anche se, secondo la nostra idea lineare dello Spaziotempo, Gesù non era ancora né sceso negli Inferi né asceso al Cielo.
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Conclusione
Il Sacramento della riconciliazione o Confessione è concretamente la guarigione dell’anima offerta da Dio sempre quando i peccati personali compromettono il complesso processo che permette all’individuo l’esperienza di sé e del mondo e ne dettano il comportamento. Insieme all’Eucaristia, Dio ci offre la possibilità di avviare un processo di guarigione globale della nostra natura che è la chiave per la futura Resurrezione della carne. Questo è almeno ciò che appare chiaro se si riflette su questi due sacramenti alla luce della Rivelazione di don Guido Bortolizzi e di tutto il discorso protologico da noi intrapreso. 🙂
Alessandro Pacifico
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi grazie a don Guido Bortoluzzi, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. La mia passione per la scrittura e la sceneggiatura comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.
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