L’orologiaio cieco ci vede benissimo
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L’orologiaio cieco ci vede benissimo

L’origine della vita è frutto del caso?

Richard Dawkins: “Io desidero persuadere il lettore con una visione della nostra esistenza che, al primo impatto, assomigli a uno spinoso e agghiacciante mistero e nello stesso tempi trasmettergli il pieno entusiasmo del fatto che è un mistero con una elegnate soluzione, una soluzione che si trova a portata di mano. Ancor più io desidero persuadere il lettore, che non solo la visione del mondo darwiniana appare come vera su questo pianeta ma dovunque nell’universo possa essere trovata la vita. ” (L’orologiaio cieco, 1986)
[open] [close] Il libro “L’orologiaio cieco” di
Richard DawkinsClinton Richard Dawkins è un etologo, biologo, divulgatore scientifico, saggista e attivista britannico, considerato uno dei maggiori esponenti dell'epoca contemporanea della corrente del neodarwinismo. Fonte: wikipedia
dà la grande opportunità di comprendere in modo chiaro qual è la posizione ufficiale della
teoria neo-darwinistaTeoria, formulata fra il 1930 e il 1950, che riprende e amplia la teoria darwiniana dell’evoluzione sulla base della teoria genetica della mutazione: secondo tale nuova versione del darwinismo, la selezione naturale interverrebbe a mantenere, fra i caratteri insorti casualmente in una specie a ogni generazione, quelli che meglio rispondono alle esigenze di adattamento all’ambiente. Fonte: treccani.it
in merito alla formazione e alla diversificazione della vita sulla Terra. Dawkins individua il meccanismo dell’evoluzione nel caso e paragona l’azione del caso a quella di un orologiaio cieco che riesce a costruire un meccanismo complesso come un orologio, senza vedere nulla. Il ragionamento valse a Dawkins il plauso della comunità scientifica e il suo libro fu un best-seller. Il titolo originale inglese è “The blind watchmaker, an universe without design”. In italiano: “L’orologiaio cieco, un universo senza disegno”. Il proposito di Dawkins, anzi la sua dichiarata “ambizione” è che il suo libro possa servire a una risposta agli argomenti dei creazionisti. Anzi, che una volta letto il libro, chiunque venga tentato dagli argomenti dei creazionisti, trovi in esso una definitiva confutazione, capace di essere soddisfacente contro tutti questi argomenti, non solo alcuni. Quindi, leggendolo, saremo in grado di trovare una risposta esaustiva ai nostri interrogativi, ma è davvero così? 😕 [open] [close]

meccanismo orologio
L’orologio è uno strumento segnatempo la quale costruzione richiede delle raffinate capacita e una notevole precisione. Un semplice orologio può avere circa un centinaio di componenti, i più complessi anche più di un migliaio
E d’altra parte come negare l’immenso progresso della conoscenza scientifica grazie alla teoria di
DarwinCharles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) è stato un biologo, naturalista e illustratore britannico, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali. Fonte: wikipedia
e alle scoperte biologiche, genetiche, geologiche e paleontologiche degli ultimi due secoli, per non parlare degli ultimi vent’anni? Il
creazionismoIl creazionismo, in una prospettiva scientifica, è la credenza che l'Universo, la Terra e tutti gli organismi viventi originano da atti specifici di creazione divina, come riportato nella Bibbia, e non da processi naturali come l'evoluzione. Fonte: wikipedia
solo in apparenza rigidamente biblico che risolve in sette sere e sette mattine la complessità della creazione sembra un incantesimo di gran lunga meno potente dell’abisso vertiginoso di un tempo che si dilata nei milioni di milioni di anni fino ad arrivare a un punto di inizio datato quasi 15 miliardi di anni fa. È bene allora dire subito che non può che essere a partire dai dati della scienza che dobbiamo iniziare a contare i nostri giorni, ma prima di affrontare l’indagine è necessario comprendere che non stiamo comprendendo. [open] [close]

Un problema da pochi conosciuto…

Il problema della biologia, secondo Dawkins, è poco noto al pubblico generale, che non ne ha sentore e non fa parte dell’orizzonte del pensiero della maggior parte delle persone. Il fatto è che la vita è incredibilmente complessa, più complessa del firmamento e delle sue stelle anche se si presenta in dimensioni relativamente piccole o piccolissime e comunque ritenute “finite”. In realtà è proprio riducendo sempre di più le dimensioni “finite” del soggetto d’indagine, la vita, nelle sue più minuscole espressioni molecolari e strutturali, che ci si accorge di trovarsi di fronte a un infinito non riducibile. Al contrario di ciò che si può pensare tanto più piccolo è il territorio di indagine tanto più cresce la complessità e l’infinitezza dei parametri e dei concetti necessari a descriverlo. È accaduto lo stesso processo nel campo della fisica; storicamente riconosciuti i fattori che plasmano e modellano l’atomo: elettroni, protoni e neutroni, si poteva pensare che l’oggetto dell’indagine avesse conosciuto un termine, o quanto meno fosse stato “sostanzialmente” conosciuto. Al contrario mano a mano che lo studio dell’atomo procedeva e si è aperto lo scrigno pieno di “scintille” che sta all’interno dell’atomo “diviso”, la quantità di elementi, chiamati subparticelle che ne usciva fuori ha cancellato ogni possibilità di ritenere il campo di indagine della fisica “finito”, e tanto meno ci appare “finito” e “limitato” tanto più piccolo è il sistema che vogliamo conoscere. [open] [close]

La complessità della vita

DNA
Il DNA è un perfetto esempio di complessità, basti pensare che ognuno dei 23 cromosomi contiene dai 48 ai 250 milioni di nucleotidi, per un corredo genetico pari a 3,2 miliardi di paia di basi…
Nello stesso modo in biologia, e specificamente in genetica, conosciuti i fattori indivisibili, cellule e geni, unità discrete che costituiscono i fondamenti della vita, si è verificato un salto di livello simile a quello appena descritto. La quantità di interazioni e di complicazioni all’interno del sistema appare oggi meno chiara di 65 anni fa. Fu allora, nel 1953, che Watson e Crick intuirono la struttura spaziale della doppia elica del
DNAL'acido desossiribonucleico o deossiribonucleico è un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi. Fonte: Wikipedia.
e per conseguenza compresero il meccanismo che governa la replicazione e la trasmissione dell’informazione dei processi vitali all’interno della cellula e dalla cellula madre alla cellula figlia
. Da allora la quantità di “informazione” scientifica addizionale necessaria per spiegare le relazioni che avvengono all’interno delle cellule è cresciuta in maniera esponenziale e si ritiene che lo farà ancora per decenni, aprendo sempre più “infiniti spazi di là da quella”, che è stata la siepe della conoscenza, rappresentata dalla scoperta dei meccanismi molecolari fondamentali che sono alla base della trasmissione dell’informazione ereditaria. [open] [close] Dawkins percepisce questa sfida oserei dire “fatale” per chi pensa che tutto si possa risolvere con qualche palla che rimbalza per caso. E ha l’onestà, almeno iniziale, di dirlo in modo chiaro. [open] [close]

La casualità “intelligente” di Dawkins

La vita appare come un “disegno complesso”, ma la complessità che si apre di fronte a chi si avventura anche solo all’inizio di questo cammino non è quella di un “semplice” motore a scoppio, o di un orologio, le cui parti e il cui funzionamento sono descrivibili in modo finito. Ciò che ci appare è un intrico di spine, foglie e arbusti legati indissolubilmente fra loro. Solo il principe della favola del “La Bella Addormentata nel Bosco“, potrà, forse un giorno, vedere il gioiello più prezioso, conoscere la fonte primigenia della vita, e cogliere il frutto più ambito, una volta giunto nella sala più segreta dell’interno del castello. Per noi poveri mortali l’albero della vita resta un sogno proibito. Ci accompagna solo un gelido, invalicabile mistero, presagio di morte, che nessuno può penetrare, nonostante la quantità, grande quanto si vuole, di spine, foglie, rami e tronchi, che riusciamo a tagliare con la spada della conoscenza, riportando la Terra, l’elemento materiale, alla luce del sole. Ciò che resta sono infinitamente più tronchi, rami, foglie e spine di quante mai potremmo pensare di accumulare. Allora il punto, secondo Dawkins, è far comprendere la complessità del disegno e poi dimostrare che esso ha una soluzione, e che questa soluzione ha un nome. [open] [close] È una sottile trasposizione di termini e significati: è il
deus ex-machinaTermine che indica un evento o un personaggio che nel corso di una narrazione ne risolve inaspettatamente gli intrecci e i problemi legati ad essa connessi.
che ci spiega tutto e questo deus-ex-machina oggi non prende il nome di un dio, e meno ancora di Dio, ma del neo-darwinismo. Siamo in grado di ridurre la complessità sommando fra loro singole semplicità attraverso un meccanismo additivo di auto-organizzazione simile al motore di una macchina o al meccanismo di un orologio, nato, cresciuto e reso funzionale attraverso una serie innumerabile di tentativi ed errori che si addizionano fra loro in un tempo che si calcola in miliardi di anni, grazie all’azione lenta, ma inesorabile, del caso. [open] [close]
Gorilla Scimmia Pensante
Una scimmia (nella foto un Gorilla) potrebbe mai casualmente creare dei componenti come: l’Adenina, la Guanina, la Citosina, l’Uracile, e la Timina per poi formare la vita? E gli stessi poi auto organizzarsi in esseri viventi in perfetti ecosistemi? Il “caso” poi come un orologiaio cieco, farebbe di meglio?

Il rischio: è l’orologiaio che è cieco o siamo noi che non vediamo?

Tuttavia persino orologi  e automobili sono macchine la cui complessità è stata definita “irriducibile” e la pretesa che una macchina di
complessità irriducibileLa complessità irriducibile è un concetto introdotto da Michael Behe nel suo libro Darwin's Black Box per descrivere quei sistemi il cui funzionamento dipende dall'interazione di molte parti, tutte indispensabili. Tale concetto è stato impiegato da Behe nella sua esposizione della teoria del disegno intelligente, come esempio di fenomeno che la teoria dell'evoluzione non sarebbe in grado di spiegare, in quanto i sistemi a complessità irriducibile non potrebbero formarsi per lenta evoluzione, ma dovrebbero necessariamente essere progettati ed assemblati tutti in una volta da un progettista intelligente.
di livello infinitamente più complesso come la macchina biologica possa essere costruita dal caso è stata più volte messa in discussione con successo e la risposta è stata chiara e inequivocabile: non è possibile costruire un meccanismo funzionante senza un progetto e senza un progettista. Ciò nonostante tutti gli evoluzionisti si oppongono a questa convincente obiezione. La loro risposta nella sostanza è: “Deve essere il caso, perché non può essere Dio”. Una scienza che si pieghi ai dogmatismi della religione non è considerata ammissibile. Altrimenti, e non è un rischio da poco, si ritorna indietro nel tempo, all’epoca in cui un principio religioso rifiutato può significare la tortura, la morte, la dannazione eterna, in una parola l’impossibilità di essere espresso liberamente e di contribuire al progresso della conoscenza e di una percezione del mondo basata sulle sensate esperienze e sulle necessarie dimostrazioni. Non è una obiezione senza valore e i dati storici non fanno che confermarcela, sempre che un nuovo tempio e una nuova religione non prenda le sembianze della scienza e si anteponga alla scienza stessa sotto forma di “verità scientifica”. Una “verità scientifica” che andrebbe a sostituire i vecchi dogmi religiosi, ma che sarebbe a sua volta capace di escludere ed emarginare un pensiero nuovo e una nuova conoscenza, che smentisca o integri o guardi semplicemente da un altro punto di vista quella “verità assoluta” che recita che “non esistono verità assolute”. Una libertà faticosamente conquistata dal pensiero umano degli ultimi quattro secoli e che rischia oggi di imporre la schiavitù della “
relatività assolutaPer relatività s'intende quella parte della filosofia secondo cui la realtà e la conoscenza delle cose non si costituiscono su criteri oggettivi ma criteri su soggettivi.
“. [open] [close]
Karl Popper: “Chiamiamo “vera” un’asserzione se essa coincide con i fatti o corrisponde ai fatti o se le cose sono tali quali l’asserzione le presenta; è il concetto cosiddetto assoluto o oggettivo della verità, che ognuno di noi continuamente usa.” (Sulla logica delle scienze sociali, in Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi, Torino 1972)
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Conclusione

La tesi di Dawkins pertanto è che la vita è sì, apparentemente, un mistero, ma questo mistero ha una “elegante” e “definitiva” spiegazione. Il proposito dello scienziato è rendere noto il mistero e poi fornire la soluzione. Prima di affrontare l’argomento, per comprendere se in effetti una soluzione “naturalistica” sia a portata di mano, è bene premettere che il metodo scientifico che accompagna lo studio della biologia, della paleontologia e della storia naturale non viene messo in discussione. Ciò che viene messo in discussione sono i meccanismi ipotetici che hanno portato al manifestarsi della vita sulla terra e gli altrettanto ipotetici processi che hanno portato all’aumento non sempre progressivo e lineare, della variabilità della vita nel nostro pianeta. Ciò che viene messo in discussione è la cecità dell’orologiaio, salvaguardando però le basi e l’autonomia del metodo scientifico da qualsiasi tentativo di piegare l’orologio alla volontà e alla percezione soggettiva, religiosa o non religiosa del singolo individuo.  
30 Dicembre 2017

About Author

Daniele Marini Sono laureato in scienze agrarie e insegnante di biologia in una scuola superiore. In passato mi sono dedicato alla raccolta e alla conservazione del germoplasma locale e ancora oggi mi dedico alla salvaguardia della biodiversità agricola della mia regione nel tempo libero. Fin dall'infanzia mi ha interessato il tema dell’origine della vita e delle specie nel nostro pianeta e nell’Universo. Don Guido ha messo insieme tanti pezzi sparsi dei miei studi, che a volte entravano in conflitto tra loro. Ritengo che la bellezza e la libertà della scienza e del metodo scientifico ci hanno portato a scoprire l’immensa complessità della vita e questo mi ha portato a pensare che il caso non possa essere l’artefice degli organismi viventi e nemmeno dell’organizzazione della materia presente nell’Universo. Studiando la biologia e la biochimica mi sono spesso sorpreso a pensare che la realtà e la complessità supera di gran lunga la nostra capacità di immaginazione ed è sostanzialmente infinita. Per questo stesso motivo non ritengo che la mitologia antica possa essere presa come il prodotto di un fervido pensiero degli uomini antichi, che al contrario ritengo dotati di grande intelletto e di conoscenze che si sono perdute nel tempo. Leggere Don Guido è stato come fare la pace tra le due anime che mi hanno sempre sospinto, l’amore per la scienza e il pensiero che ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi sia il frutto di un Creatore senziente. Nonostante ciò che rimane nell'ambito della sfera delle idee e delle opinioni personali ritengo la libertà di ricerca e l'autonomia del sapere scientifico imprescindibili per lo sviluppo della conoscenza e dell'umanità. Tuttavia se la scienza porta con sé la tecnica e quindi porta al fare, il fare senza pensare porta l'umanità verso la sua autodistruzione. Solo la riflessione sulle conseguenze dei nostri atti ci dà gli strumenti per ponderare le nostre scelte e per utilizzare le nostre conoscenze a "misura" d'uomo.


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